venerdì 8 febbraio 2013

Da "La Sicilia" del 7/2/2012 pag.24

LA FAMIGLIA E L’AGENDA SOCIALE
ANDREA GAGLIARDUCCI
La famiglia tradizionale? E’ ancora al centro dei desideri dei giovani. In Italia, l’80 per cento dei giovani preferiscono il matrimonio (civile o religioso che sia). E del 20 per cento di quelli che preferiscono la convivenza, solo il 3 per cento la considerano una scelta definitiva.
Per il restante 17 per cento dei giovani, la convivenza è solo un passaggio verso il matrimonio.
I dati sono stati forniti da monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, alla presentazione degli atti dell’Incontro Mondiale delle Famiglie (che si è tenuto a Milano dal 30 maggio al 3 giugno del 2012).
La famiglia si avvia ad essere un tema cruciale dei prossimi anni. E spesso il problema è come spostato. Si pensa soprattutto ai matrimoni per tutti, e poco al valore sociale della famiglia, e quanto questa incide sulla società.
«Mariage pour tous» è il nome della legge francese del governo Hollande, che apre ai matrimoni omosessuali, contestatissima in Francia e dai francesi nel mondo anche da una parte della comunità omosessuale (una parentesi: in Francia l’87 per cento dei giovani vuole una famiglia tradizionale).
E Paglia sottolinea che sì, ci possono essere soluzioni di diritto privato per riconoscere i diritti delle coppie di fatto, anche gay, ma che questo non può essere parificato ad un matrimonio, che implica la genitorialità. «Diciamo no a un egualitarismo che per essere tale abolisce tutte le differenze»,
afferma il vescovo.
Più dei principi, possono i dati. In Italia, Pierpaolo Donati, dell’Università di Bologna, ha dedicato gran parte della sua vita
accademica ad indagare l’impatto della famiglia nella società.
All’Incontro Mondiale per le Famiglie ha presentato la sua ricerca “La famiglia risorsa per la società”, condotta nel 2011 su un campione rappresentativo di tutte le situazioni di coppia (single o genitori soli; conviventi; famiglie con un figlio o con più figli), attraverso 3500 interviste qualitative.
Donati si è chiesto: in che modo l’ambiente familiare può migliorare la vita degli individui?
La risposta – certificata da tabelle statistiche – è che l’atmosfera migliora quando si passa dai single o genitori soli alle famiglie tradizionali formate da più figli. Migliora la qualità della vita, e si amplia anche l’aiuto che viene dato nella società.
Questa la fotografia: i single o i genitori soli (il 18,8 per cento del campione) hanno scarsa fiducia nel prossimo, vivono in un triste clima familiare, danno poca importanza all’aiuto gratuito e aiutano poche persone al di fuori della famiglia.
Sensibilmente diversa la situazione delle coppie senza figli (il 21,9 per cento), le quali vivono in un clima familiare è meno pessimista, in cui si dà più importanza all’aiuto gratuito. L’approccio è più generoso verso il prossimo, e infatti aumentano le persone aiutate al di fuori del circuito familiare.
Le coppie sposate con un solo figlio (il 28, 4 per cento) sono di certo più fiduciose nei confronti della famiglia e vivono in un clima piuttosto ottimistico e sereno.
L’aiuto gratuito ha ancora poca importanza, e non si aiuta molto al di fuori della famiglia.
Ci si chiude in qualche modo nell’isola felice del nucleo familiare.
Ma non è così per le coppie sposate con due o più figli (il 30,9 per cento). Queste hanno grande fiducia nella famiglia, vivono in un clima generalmente molto ottimistico e sereno, considerano importante l’aiuto gratuito e aiutano moltissimo al di fuori del circuito famigliare.
È da questo aiuto gratuito che nasce la rete di solidarietà, ed eventualmente si può strutturare una rete sussidiaria.
Se lo Stato punterà sulla famiglia, la famiglia aiuterà lo Stato.

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